2D/3D uguale 5D scultura e fotografia a confronto. NATALE IN ARTE 2018

Natale in Arte – perché regalando un’opera d’arte si è felici in tre. Terza edizione
2D/3D=5D scultura e fotografia a confronto
a cura di Penelope Filacchione
“L’osservatore influenza il sistema osservato”: questa definizione indica, nella fisica quantistica, che la realtà non è oggettiva, ma funzionale a chi la guarda.
Questa affermazione è perfettamente trasponibile nel meccanismo della percezione visiva così come inteso nell’arte: da un lato il pubblico aggiunge la propria esperienza nel vivere e osservare il lavoro dell’artista, dall’altro l’artista elabora l’esperienza del reale facendone l’oggetto del proprio lavoro.
In questi termini decade la distinzione tra arte astratta e figurativa e tutte le arti visive diventano semplicemente quinta dimensione, vale a dire “realtà percepita”. La scelta del soggetto è a discrezione dell’artista, che comunque lo ripropone secondo criteri personali, comunicativi di un modo di vedere del tutto soggettivo.
Un piccolo aneddoto chiarificatore: sembra che, in occasione di una mostra, qualcuno abbia contestato a Picasso che i suoi ritratti non fossero “veri”. Per spiegarsi meglio, questa persona avrebbe mostrato al grande cubista una foto della moglie dicendo: “questo è vero”. Al che Picasso avrebbe risposto “Quindi sua moglie misura 3 centimetri per 5, è piatta, in bianco e nero, senza né gambe né braccia?”.
La mia lunga storia d’amore sul lavoro di Picasso mi ha portato a chiedermi: cosa accadrebbe mettendo a confronto scultura e fotografia, due tecniche che lavorano per loro natura su forme dimensionali tanto diverse? Riuscirei a far comprendere al pubblico ciò che spiego da tanto tempo, vale a dire che anche la più mimetica delle opere d’arte è sempre e comunque figlia di un’operazione cognitiva (quindi astratta)?
La scelta delle due tecniche non è casuale: nessuno può negare o discutere la loro intrinseca diversità, sia dimensionale sia tecnica. La scultura – tattile e tridimensionale – e la fotografia – bidimensionale per sua stessa natura- realizzano due modi diversi di intendere la percezione visiva, operando comunque un processo di conoscenza/astrazione del reale, che poi è il processo stesso dell’arte in ogni sua forma.
Le differenze tecniche tra le due forme espressive pongono poi altri interessanti punti di vista: l’una nasce con l’umanità stessa, l’altra è figlia della modernità, l’una è lenta, l’altra veloce, l’una si realizza con le mani, l’altra ha come protagonista principale l’occhio, l’una è vincolata al colore della materia (eventualmente trattato in seconda fase) l’altra può catturare il colore della realtà meglio dell’occhio stesso.
Tutte e due hanno in comune la riproducibilità: da una matrice o da un negativo, fino al moderno digitale, la scultura e la fotografia possono essere prodotte in multipli senza perdere di autenticità. Si tratta di una delle questioni più spinose dell’arte dalla fine del XIX secolo in poi, tanto che attualmente la fotografia sperimentale adotta tecniche mirate a restituirle quella unicità che psicologicamente il pubblico le nega.
Da qui 2D/3D = 5D, un’equazione visiva che costituisce il filo conduttore della terza edizione di Natale in Arte- Perché regalando un’opera d’arte si è felici in tre, filo complesso, che sfida il pubblico con una serie di opere visivamente e qualitativamente importanti, anche se di costo contenuto: l’evento rimane infatti una mostra mercato di affordable art durante il quale gli artisti vanno incontro al pubblico proponendo per alcuni giorni il proprio lavoro ad un costo contenuto entro i 300€, ma anche molto meno.
Le prime due edizioni hanno già dimostrato che il pubblico (anche profano!) è in grado di comprendere e apprezzare lo sforzo degli artisti, andando loro incontro, acquistando e regalando arte al prezzo di un oggetto seriale.
Quest’anno in un’occasione davvero speciale: l’inaugurazione del nuovo spazio condiviso di ArtSharing lab&gallery, associazione culturale, galleria e laboratorio in coworking. Lo stesso nome ArtSharing (arte compartecipata) spiega la filosofia del luogo che si propone prima di tutto come epicentro di una nuova forma di condivisione.
Con l’idea che la condivisione renderà felice questo Natale per ben più di tre persone! (P.F.)
Artisti in mostra.
Raffaele Alecci. Nasce come informatico, ma la sua passione per la fotografia ha fatto si che diventasse una professione.
Interessato alle tecniche fotografiche ha partecipato a corsi specifici presso l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione in Roma (Corso Sulla Storia Delle Tecniche Fotografiche e Corso-Laboratorio sul riconoscimento delle Tecniche Fotografiche Storiche) e a workshop di formazione su diverse tecniche antiche di stampa, quali cianotipia, stampa bruna, carbone, woodburytipia.
Attualmente si dedica all’applicazione ed alla divulgazione di antiche tecniche di stampa quali la cianotipia, la stampa bruna ed il collodio umido ed alla realizzazione di attrezzature fotografiche come torchietti e bromografi.
Nel 2015 è cofondatore di Pigments, collettivo fotografico di Roma nato dal desiderio di riscoprire le antiche tecniche di stampa, con il quale organizza eventi, installazioni e workshop. chiliman@inwind.it
Fabio Cappelli. Scultore orafo, inizia dalla cera ma si è appassionato al Mokume Ghane: è una tecnica metallurgica giapponese nata nel mondo dei samurai, nella quale i diversi metalli non vengono fusi insieme, ma battuti e ribattuti in una dozzina di diversi strati fino a fare corpo unico. Questa materia così “viva”, che mescola metalli nobili (oro e argento) a metalli poveri (ferro, rame, bronzo), richiede tempo e confronto fisico: ha una sua propria espressività che si presta a leggere il gioiello come una forma di scultura da indossare. In mostra alcuni suoi pezzi molto importanti, ciascuno dei quali richiede giorni (e più spesso notti) di lavoro, paziente e meditativo. fb @fabio67cappelli fabio67cappelli@gmail.com
Emiliano Coletta. Scultore esperto di modellato e dei calchi, della lavorazione delle resine delle gomme e delle plastiche e competente ceramista. Socio fondatore nel 1999 della Mazzone SRL, pittori e scultori associati, impresa di artisti specializzata nella produzione e nella cantierizzazione di lavori con tecniche e tecnologie per l’arte. Dal 2000 lavora nel gruppo di artisti indipendenti com.plot S.YS.tem processo di ricerca a cui dal 2000 lavora un gruppo indipendente di artisti, che nella pluralità dei linguaggi rivolge una particolare attenzione alla relazione tra arte e architettura. Insegna Decorazione Plastica presso la scuola di Arti Ornamentali del Comune di Roma. Insegna Plastica e Formatura presso la scuola di Arti Ornamentali del Comune di Roma. Dal 2010 insegna varie tecniche per la scultura – Formatura, tecnologia e tipologia dei materiali, presso la RUFA libera Accademia delle Belle Arti legalmente riconosciuta. dabarone@libero.it
Antonella Conte. La produzione artistica di Antonella Conte è ormai ventennale e sconfina in ogni genere di arti visive (scultura, pittura, video, progettazione urbana) e letterarie. Ultimamente una sua opera è stata installata al MAAM a Roma. Fa parte del collettivo Complot S.Y.S.tem processo di ricerca a cui dal 2000 lavora un gruppo indipendente di artisti, che nella pluralità dei linguaggi rivolge una particolare attenzione alla relazione tra arte e architettura. Dal 2001 definisce un progetto per una città utopica, allegoria dei sensi, costruita con libri, CD, VHS ecc. che evoca la presenza sensuale e sensibile del corpo, tra immaginario e realtà. La sue opere in mostra (Natura Morsa e Limone) sono rivelatrici della sua sottile ironia e del suo sguardo divertito e divertente sul mondo.antoconte@gmail.com
Eugenio Donato. Eugenio Donato ha iniziato a giocare con la materia fin dall’infanzia a Firmo (CS), accompagnando il padre artigiano: da allora, e per lungo tempo, ha lavorato da autodidatta, impegnandosi invece negli studi scientifici. Approdato nel 2007 alle Scuole d’Arti e Mestieri del Comune di Roma, ha trovato maestri che hanno saputo valorizzarlo nelle sue due passioni: la scienza e l’arte. Da allora ha conseguito numerosi riconoscimenti in concorsi prestigiosi, ha esposto in diverse occasioni ed è stato pubblicato, tra l’altro, nella rivista Arte e nel Catalogo dell’Arte Moderna (ed. 2015) della Mondadori. Alcuni suoi pezzi sono ora in collezioni private e ha esposto con la sua prima personale presso la Galelria Ellebi di Cosenza nel mese di Novembre 2017. arteu.donato@libero.it
Elisabetta Ercadi . Medaglista, scultrice, disegnatrice e illustratrice con una dedizione speciale per il mondo in miniatura: i suoi lavori sono davvero ovunque, dalla Biblioteca Vaticana in poi. Ha una visione fantastica delle cose, che emerge a sorpresa dove meno ce la aspettiamo. r.e.betta@gmail.com
Paolo Garau. Artista poliedrico, che predilige la scultura come principale mezzo di comunicazione, ma si muove benissimo anche nella scenografia e nella decorazione. Ha una ricerca incentrata sulla sperimentazione di nuove composizioni formali, partendo spesso da parti anatomiche del corpo dei prpri amici e intessendo quindi un legame affettivo attraverso la scultura stessa. E’ stato selezionato tra gli artisti di maggior interesse durante la Rome Art Week 2018, inserito nella sezione “punti di vista”. Cercare “Paolo Garau su www.romeartweek.com
Silvia Garau Nella sua formazione si intrecciano gli studi di Scultura, Pittura e oreficeria. Si interessa del Disegno nelle sue varie forme dall’autoritratto all’illustrazione al libro D’Artista. L’incontro con l’artista e poi compagno di vita Massimo Liotti porta il lavoro di Silvia Garau a sperimentare delle installazioni interattive e plurisensoriali. Negli ultimi anni il suo interesse si è focalizzato sul contatto diretto della materia. sgarau@taumas.com
Patrizia Langher. Pittrice, restauratrice, ceramista, interessata all’ambiguità degli oggetti funzionali fin dai tempi della sua tesi di laurea all’Accademia di Belle Arti. La serie Biomporhosis in mostra è nata nel 2016: una tecnica antica (argilla Montelupo a colombino e verniciatura in cristallina) e una visione moderna . E’ una operazione di rilettura di oggetti atti a contenere: i “grembi funzionali”, realizzati secondo i crismi della ceramica, vengono manipolati nella loro forma mutandone la sostanza di contenitore; “strappati” rendendoli inutilizzabili allo scopo originale e consueto, ma non svuotati di significato. Essi vengono infatti nuovamente e definitivamente riempiti di piccoli moduli e nell’insieme (“contenitore” e “contenuto”) restituiscono forme che vogliono essere evocative di una qualche consistenza biologica. Giocando sul contrasto della materia “inerte” della terra che mescolata all’acqua, seccata all’aria, cotta grazie al fuoco (e che perciò è già di per se stessa fatta dei 4 elementi fondamentali ) si trasforma in qualcosa d’altro e “di vivo”. patrizia.langher@tiscali.it
Carmine Leta. E’ passato molto tempo dalla prima mostra del 2002 e ancor di più dai tempi della laurea al Dams di Torino, ma il Nulla e la Cosmogonia come oggetto di meditazione restano il filo conduttore di Carmine Leta. Filo di ferro, ma anche filo di memoria, immagini e parole, che l’artista di origini calabresi tesse nel suo studio nei pressi di Montefiascone (VT), dove condivide con la comunità artistica un casolare e, soprattutto, pensieri e progetti. Tra le tantissime mostre, installazioni, partecipazioni a iniziative collettive, ricordiamo la presenza costante ad Arte Libera Tutti (Montefiascone), l’installazione Appesa al filo scelta per il MAAM (2015), la partecipazione a Face To Face ideata da Giorgio De Finis (2017), la realizzazione della sua ultima grande opera, De digitalium limite per la Serpara di Paul Wiedmer (2018 Civitella d’Agliano VT). La sua ultima personale “Nel giardino magico” si è tenuta a luglio 2018 nel parco rinascimentale della Link Campus University. carmineleta.strikingly.com
Massimo Liotti. La luce è un linguaggio comune a quasi tutti i culti, la mancanza di connotazioni visibili ed il conseguente mistero generato, la rende il “segno” trascendentale per eccellenza. Questo il campo d’indagine della ricerca artistica di Liotti/Garau. L’artista sembra constatare come ogni cosa presente su questa terra sia in relazione ad “Altro”, una pervadenza invisibile al primo sguardo che ,proprio attraverso il linguaggio luminoso, viene riportato in superficie dalle profondità delle antiche scritture tradizionali e rivelato attraverso il “sentire” contemporaneo. [dal sito www.taumas.com]
Livia Mazzani. La sua passione per la rappresentazione fotografica, sempre vissuta privatamente, ha cominciato ad esprimersi anche pubblicamente solo negli anni recenti. Naviga nella fotografia, esplorando ogni porto in cui approda. In ogni suo movimento albergano emozioni e possibilità. La grafia delle immagini si arricchisce, spinta ad esplorare altre realtà, cercando di dare un senso a questo stimolo fissando nelle immagini nuove emotività. Smaterializzazione del reale e decostruzione visuale sono momenti ricorrenti del suo percorso creativo. Espone dal 2011 e ha vinto diversi premi. Due i filoni di ricerca in mostra: L’UOMO E LA NATURA L’UOMO E LA NATURA: Il mondo della natura che si interpone quale elemento di ribellione non percepito dalla mente nel divenire del prodotto dell’uomo. SURREALISMO Il surrealismo, un’arte figurativa e non astratta, offre la possibilità di far emergere la surrealtà dell’inconscio dell’artista, la pseudo “realtà”.Così Livia Mazzani da sfogo alla sua libertà di essere, senza freni inibitori… come succede nei sogni. Trasfigura la realtà ma non la nega. livia.mazzani@alice.it
Collettivo Pigments. Pigments è un collettivo fotografico di Roma nato dal desiderio di riscoprire le antiche tecniche di stampa. In un’epoca segnata da una sempre più massiccia diffusione della tecnologia digitale, il mantenimento di tali abilità rappresenta un valore importantissimo per la nostra cultura artistica, oltre che un recupero di quella dimensione materica un tempo legata alla produzione di tutte le immagini.
L’intento principale del collettivo è quello di tramandare ed estendere la conoscenza di queste antiche tecniche attraverso la realizzazione di stampe, dal collodio umido alla cianotipia, dalla stampa bruna alla stampa analogica in bianco e nero. Fb: @pigmentsphotography/
David Renka. Arrivato a Roma dagli Stati Uniti all’inizio degli anni settanta per studiare la tecnica italiana della fusione del bronzo, e tramite amici e una serie di incontri fortuiti ha scoperto la medaglia come forma d’arte. Non ci ha messo molto per accorgermi che un insieme di elementi visivi, intellettuali e anche letterari rendevano questa cosiddetta arte minore unica come mezzo espressivo. Per imparare meglio l’estetica e le tecniche necessarie per progettare ed eseguire medaglie e il bassorilievo in generale ha passato quattro anni alla scuola specializzata della Zecca italiana a Roma. Dopo, ha lavorato come libero professionista sia per privati che per organizzazioni internazionali.
Anche se lavora ancora su commissione, dalla metà degli anni novanta si è impegnato sempre di più nell’usare ciò che avevo imparato alla zecca per creare uno stile più personale fatto di tecniche tradizionali, materiali insoliti e concetti visivi contemporanei. Attualmente risiede a Roma e vive fra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventunesimo secolo secondo l’umore e il lavoro del momento. www.davidrenka.net www.davidrenka.com
Eleonora Valeri. Scultrice vetratista, si occupa da lungo tempo della relazione tra il vetro e la materia viva della natura: ha partecipato a diversi esperimenti di land art, ponendo le sue fusioni in vetro in contatto diretto con l’ambiente e creando delle illusioni naturali estremamente poetiche. Docente presso le Scuole d’Arte e Mestieri di Roma Capitale, lavora presso Kaleidos, il suo studio a via Pietro Cartoni a Roma, dove il vetro si trasforma magicamente in oggetti e gioielli. Le sue opere si trovano in importanti siti e musei del mondo, ha esposto al Corning Glass Museum di Baltimora, il principale museo dedicato all’arte del vetro. www.eleonora-valeri.ch
In prestito: la scultura Kairos di Walter Zuccarini. Walter Zuccarini è scultore, land artist, maestro di arti applicate. La sua arte nasce dalla sintesi fra la conoscenza delle tecniche antiche e la ricerca di un linguaggio espressivo adatto a veicolare una visione spirituale della realtà in cui la dimensione esistenziale verticale incrocia l’orizzonte della Storia. La Natura, musa ispiratrice, sentita come manifestazione terrena dello spirito, collega il suo percorso artistico ai movimenti ecologisti che negli anni Sessanta del secolo scorso formalizzarono il movimento della Land art e all’opera in difesa della Natura di Joseph Beuys. Nella land art che Walter Zuccarini progetta e realizza insieme ai collaboratori de La Casa per le Arti,fondata nel 2010, inserisce l’elemento degli Archetipi che, risuonando con la matrice macrocosmica, dinamizzano e vitalizzano il paesaggio mettendo in risonanza con la Terra le forze universali portatrici di vita. La scultura Kairos rappresenta un essere teso nello sforzo di liberarsi: le labbra pronunciano il sacro Logos, le braccia e le mani si trasmutano in ali per il volo, per quel salto interiore individuale necessario alla coscienza dell’unità. Il kairos è il tempo supremo della crisi e della prova, il tempo da cui sorge la possibilità di creare il nuovo. L’essere umano, creatura divina, realizza la sua missione sulla Terra. www.lacasaperlearti.com