Gianluca Esposito

da | Nov 26, 2021 | 0 commenti

Scultura, incisione, teatro, cinema sono i campi di esperienza di Gianluca Esposito: tutte queste attività non entrano in conflitto grazie alla chiarezza di obiettivi e di ricerca che lo contraddistinguono, mantenuti con fermezza seppure con garbo anche nel rapporto con i committenti.

Approda al teatro fin dal 2005 e al cinema l’anno seguente: ne conserva il piacere di scrivere testi che accompagnano i suoi progetti e un certo gusto per la concezione delle arti visive come mise en scène, con la cura per i dettagli e per la narrazione visiva.

A partire dal 2010 si propone sempre di più sul settore della grafica e della scultura, sia essa in argilla, in materiali di recupero, incisione e disegno: per diversi anni ha gestito insieme a Fabio Maria Alecci un mitico studio-galleria in via Bixio a Roma – quartiere Esquilino – luogo amatissimo dai conoscitori, scenografia di fiaba dove incontrare le creazioni del duo artistico e partecipare a workshop, mostre e così via.

Di lì hanno preso il volo le opere per decine di mostre, in luoghi pubblici e privati anche di rilievo: segnaliamo qui solo L’ Incredibile ed altre circo-stanze”, mostra personale, Palazzo Valentini, sala Egon von Fürstenberg, con il patrocinio della Provincia di Roma, della Regione Lazio e del Municipio I (2012) e “Qu’est-ce qui vous passe par la tête?”, mostra personale, a cura di M. Rizzardo e G. Artoni, galleria Selective Art, Parigi (2014), come inizio di un percorso che non si è mai fermato.

Diverse sono le linee di ricerca, sempre apparentemente ludiche eppure serissime. Scrive di sé: ‘Il mio lavoro trae ispirazione costante dalle dinamiche del gioco infantile, inteso nella sua qualità primaria di strumento esplorativo della realtà percepita o, ancora meglio, in quanto strumento esso stesso deputato alla costruzione di realtà, alla creazione di significanti per significati legati alla sfera di un vissuto interiore altrimenti inaccessibile. Per questo le forme del mio lavoro si confondono col giocattolo, vero e proprio feticcio, strumento quasi rituale e dal forte potere evocativo, che cerco di non intellettualizzare in maniera deformante.’

Che si tratti di storia con la S maiuscola, di fiabe o filastrocche, la narrazione orale e letteraria non è secondaria nei suoi progetti, ma viene riproposta in forma giocosa ed ironica – con non pochi accenti surreali – chiamandoci a partecipare ad essa guardandola da punti di vista inconsueti. Così come i Borbone di Napoli o i nobili francesi, ossessionati dal loro essere, apparire, andare anche quando sono ormai passati per la ghigliottina.

Attualmente sta avviando con Fabio Maria Alecci un nuovo progetto nel bellissimo borgo di Vitorchiano (VT) chiamato La prima stanza home gallery : una zona, quella del viterbese, particolarmente ricca di vivaci realtà artistiche, tra le quali La prima stanza entrerà presto di diritto come luogo di riferimento.

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