Sono aperte le iscrizioni al corso di aggiornamento “Roma capitale cristiana” tenuto dalla prof.ssa Penelope Filacchione a partire dal 16 gennaio 2020.

In che modo la presenza cristiana ha cambiato la città di Roma? Nonostante le fonti parlino dei cristiani a Roma dall’epoca della persecuzione neroniana (64 d.C.) e l’archeologia ritrovi le prime tracce sicure dalla metà del II secolo, è molto probabile che ancora nella prima epoca costantiniana l’impatto visivo sulla città degli edifici cristiani fosse piuttosto discreto.

Le basiliche si disponevano ai margini dell’abitato ed erano precedute da quadriportici di mattoni che, quasi certamente, le mimetizzavano con gli altri edifici, riservando alla parte interna la loro decorazione. Le catacombe erano distribuite lungo le vie consolari e fuori dal pomerio – come tutti i cimiteri – mentre i loro ingressi erano spesso piccoli edifici, magari di risulta da utilizzi precedenti. Anche quando Costantino avvia la sua edilizia monumentale, a ben vedere gli edifici in Roma erano comunque collocati in zone di poco impatto sul centro sacro e monumentale della tradizione romana.

Quanto poi al modello architettonico, le chiese più piccole occupavano spesso edifici preesistenti, mentre  le grandi basiliche riprendevano approssimativamente le forme di esempi civili già in uso, adattati secondo le necessità del rito cristiano: anche in questo caso il fasto era più interno che esterno.

Dunque, all’alba del cristianesimo e fino almeno alla metà del IV secolo, la città cristiana appare discreta e attenta a non turbare gli equilibri, ma il cambio di passo dopo la metà del secolo e dopo l’Editto di Tessalonica del 380 ha segnato un cambiamento anche visivo: nel giro di due o tre generazioni già sono costruite ex novo le prime chiese “parrocchiali”  (una per tutte San Giovanni e Paolo al Celio) alcune grandi basiliche in quartieri popolosi (Santa Maria Maggiore), fino al riuso cristiano di edifici fin sulla via Sacra (il Tempio di Romolo trasformato in chiesa dei santi Cosma e Damiano a partire dal 527) e alla clamorosa trasformazione di un tempio pagano in basilica (il Pantheon, donato alla Chiesa nel 608). 

In questo lasso di tempo, gli antichi cimiteri cristiani sotterranei  – noti comunemente come catacombe – perdevano l’uso funerario: se fin dall’epoca di papa Damaso (366-384) erano stati potenziati gli aspetti cultuali delle tombe dei martiri, la guerra Greco Gotica (535-553) introdusse un drastico cambiamento nella loro storia. Le catacombe, ormai spogliate dalle loro reliquie più importante, furono per la maggior parte dimenticate e abbandonate. Solo alcune di esse mantennero un uso devozionale fino al IX secolo, ma con la traslazione delle reliquie dell’età carolingia, furono per la maggior parte dimenticate per poi essere riscopterte solo dall’archeologia. Attorno alle catacombe sono nate così decine di leggende, da quella – ancora circolante e romanzesca – che vuole l’intero sottosuolo urbano attraversato da un reticolo di centinaia di chilometri di corridoi sotterranei, alle storie di “nascondigli” per cristiani perseguitati e tanto altro.

Di tutti i luoghi sotterranei  della cristianità il più sacro è senza dubbio la tomba di Pietro: la basilica soprastante è stata costruita in epoca costantiniana e poi ricostruita dal rinascimento, ma sempre rispettando il luogo dell’altare sulla verticale della tomba. Ma cosa c’era esattamente sotto? L’esplorazione della zona sottostante il presbiterio di San Pietro è stata un grande tabù nel corso dei secoli, perchè su quei resti si fondava non solo un altare, ma il primato stesso della Sede Apostolica romana. Un cambiamento storico epocale (l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, l’ingresso dell’Italia nel conflitto dal 10 giugno 1940) e il patto tra il fascismo e il nazismo, convinsero Papa Pio XII che era arivato il momento di scommettere sulla verità della tradizione,  di aver fede nelle fonti e di iniziare una ricerca archeologica scientifica.

Lo scavo fu affidato ai quattro studiosi  Antonio Ferrua, Bruno Maria Apollonj Ghetti, Enrico Josi, ed Engelbert Kirschbaum e proseguì per una decina d’anni, ma i dati dei ritrivamenti da loro pubblicati furono in parte contestati già da Margherita Guarducci nel 1965. Da allora numerose sono state le pubblicazioni e ancor più numerose le discussioni in merito alla sostanza e al significato dei ritrovamenti, che comunque testimoniano di certo la veridicità delle fonti storiche e la continuità del culto petrino in quel luogo fin dalle origini del cristianesimo romano.

Questi e altri, insomma, gli argomenti del corso, pensato per le guide turistiche e gli accompagnatori di Roma, ma rivolto anche a studenti e appassionati.

La docente, specializzata presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, insegna la materia presso la Università Pontificia Salesiana dal 2003 ed è titolare della cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Classica e Cristiana antica della Facoltà di Lettere Classiche e Cristiane dal 2010, oltre ad essere curatrice e co-autrice insieme alla collega epigrafista Caterina Papi del volume “Archeologia Cristiana – Coordinate storiche, geografiche, culturali” edito dalla LAS e pensato specificamente per gli studenti delle università pontificie che si avvicinano all’argomento pur senza avere una specifica formazione archeologica.

INFO PRATICHE

Giovedì 16 e 30 gennaio, 13 e 27 febbraio   ore 15.30-19.00

In ragione della speciale destinazione del corso, si è deciso di chiedere una quota di adesione agevolata di 10 Euro ad incontro per i soci, 12 Euro ad incontro per gli ospiti, con una ulteriore agevolazione per chi sottoscrive in anticipo i quattro incontri (totale 36 euro soci, 44 euro ospiti). La quota associativa annuale è di 25 euro e comprende una assicurazione R.C. E’ inclusa nel corso una dispensa.

Sono disponibili max 15 posti a lezione su prenotazione obbligatoria: si darà la precedenza a chi ha versato in anticipo per le 4 lezioni, quindi verranno distribuiti i posti rimanenti in ordine di prenotazione. Prenotazioni: artsharing.roma@gmail.com 338-9409180

Durante il corso chi lo desidera potrà ordinare  il volume P. Filacchione – C. Papi “Archeologia cristiana. Coordinate storiche, geografiche, culturali” con uno sconto sul prezzo di copertina.

Il corso si tiene presso lo spazio ArtSharing Roma in Via Giulio Tarra 64 (Monteverde – Colli Portuensi)

Trasporti: bus 31-33 (fermata Colli Portunensi /C. Fermi) 44 (Fermata Di Donato /Amadori) 791 (Ramazzini/Portinari) e con il Tram 8 (fermata Ravizza). Garage a via Giulio Tarra 12.

ATTENZIONE: per chi prende via Giulio Tarra dai numeri civici più bassi, si interrompono su uno spiazzo chiamato (chissà perché!) via Clarice Marescotti, per poi riprendere dopo 3 portoni la numerazione di via Tarra.