Napoli Borbonica 1-3 Giugno 2023

Il 10 maggio 1734 il diciottenne Carlo di Borbone entrava a Napoli come re e, finalmente, dopo parecchio tempo, il regno aveva un sovrano tutto suo invece che essere un dominio satellite. Tutto a causa di una madre intraprendente: Elisabetta Farnese – da Parma – aveva sposato infatti Filippo V di Borbone re di Spagna, che però aveva già due figli di primo letto aspiranti al trono iberico. Elisabetta fece di tutto per garantire un regno al figlio e tramò e brigò, con l’aiuto dell’abate Giulio Alberoni, per raggiungere lo scopo: a 15 anni Carlo diventava duca di Parma e Piacenza, a 18 marciava con un potente esercito su Napoli, vinceva contro gli austriaci e si assicurava il trono con il placet della città.
Il 15 maggio 1734 il re di Spagna Filippo V di Borbone (il primo di questa famiglia a sostituire gli Asburgo) proclamò l’indipendenza del regno di Napoli e ne confermò la sovranità del figlio. Le cose all’inizio non furono semplicissime, Carlo era giovane (ma i genitori gli misero accanto ottimi consiglieri, a iniziare dall’anticlericale Tanucci) e infine si giunse a un accordo con l’Austria: Carlo di Borbone avrebbe sposato Maria Amalia di Sassonia, lui aveva 22 anni e lei 14. Fu un ottimo matrimonio, con una coppia concorde e innamorata e per Napoli un periodo di splendida rinascita. Si avviarono così riforme giudiziarie rivoluzionarie per l’epoca, si raggiunsero livello culturale, sociale ed economico altissimi per la città. Si ripensarono il luogo e gli abitanti rispettandoli e valorizzandoli.
Nacquero, ad esempio, la manifattura di porcellane della Real fabbrica di Capodimonte, il Teatro San Carlo (inaugurato nel giorno dell’onomastico del re), la Reggia di Capodimonte che poi ospiterà le collezioni farnesiane, il Museo Hercolanense nella Villa di Portici per i reperti dalle aree archeologiche appena scoperte, poi spostato a Palazzo Studi che era appartenuto ai Gesuiti (soppressi). Fu costruito l’Albergo dei Poveri su progetto dell’architetto Ferdinando Fuga per dare ricovero ad almeno una parte dei 25mila indigenti registrati in città. Carlo III fece restaurare il palazzo Reale che doveva essere la residenza ufficiale fino alla caduta del regno, ma poi dovette abbandonarlo: nel 1746 morì suo padre e suo fratello era debole di mente e di salute, quindi dovette spostarsi in Spagna e prendere quella corona, lasciando Napoli al figlio Ferdinando IV.
Ferdinando a Napoli ci era nato e amava la città e i suoi abitanti: ereditò la corona paterna che aveva solo 8 anni, re Lazzarone era chiamato per la sua vicinanza ai lazzari (il popolo di Napoli), la moglie Maria Carolina d’Asburgo Lorena lo descrive come un buzzurro. Eppure, in qualche modo la rinascita di una città splendida proseguì ancora sotto la guida dei re adolescenti e degli accorti ministri che li circondavano: all’epoca del matrimonio lei aveva 16 anni, lui 17. I primi tempi Maria Carolina teneva un salotto intellettuale e sembrava ispirata agli stessi principi di sua madre Maria Teresa d’Austria, l’imperatrice despota illuminata. Esattamente nell’anno della Rivoluzione francese, mentre sua cognata Maria Antonietta veniva destituita, Ferdinando inaugurava sopra Caserta la Ferdinandopoli: città operaia utopistica per i lavoratori della seta di San Leucio con una Costituzione interna basata su educazione, buona fede e merito. La rivoluzione giacobina (1799) e il “decennio francese” (1806-15) non interruppero la fase di riforme e di rinascita della città, nonostante le difficoltà sociali e politiche.
Ovviamente la storia dei Borbone e di Napoli non è solo questa: infinite contraddizioni, ingiustizie, povertà e oppressione, esecuzioni degli oppositori, attraversavano il regno come ovunque in questi anni. Eppure qualcosa di quella luce, di quella energia ed entusiasmo attraversa la città ancora oggi. Cammineremo su quei passi per ritrovare il senso di quella magia che va sotto il nome di una delle città più amate del mondo.
E dato che Napoli ha la musica nel cuore, per questo viaggio adotteremo un nuovo sistema di radioguide: potremo ascoltare le musiche dell’epoca durante le spiegazioni, da Scarlatti a Cimarosa e Paisiello, viaggiando nel tempo sulle note degli infiniti compositori partenopei di nascita e d’adozione.
PROGRAMMA DI MASSIMA
Ore 9.15: FRECCIAROSSA 9505 da Termini, arrivo a Napoli centrale alle10.28. Spostamento in taxi o bus privato in hotel e deposito bagagli. La sistemazione nelle camere assegnate avverrà il pomeriggio.
Abbiamo scelto l’hotel del Charme Chiaia (le camere saranno assegnate il pomeriggio): occupa una dimora nobile dell’Ottocento e un edificio attiguo che ospitò, dai primi del Novecento fino alla Legge Merlin del 1958, la casa d’appuntamenti “La Suprema” o “Casino di Salita Sant’Anna di Palazzo 3”. Si trattava di una delle case più eleganti di Napoli, frequentata dal bel mondo e di cui sono stati recuperati alcuni oggetti tipici come arredi di una parte dell’hotel. Se volete saperne di più trovate un link QUI
Cena della prima sera in gruppo presso la Pizzeria Brandi, dove si narra che sia nata la Pizza Margherita in onore della regina. Se volete leggerne la storia c’è un articolo carino QUI
Visite previste tra 1 e 3 giugno:
Palazzo Reale, Piazza Plebiscito e chiesa di San Francesco di Paola, Museo di Capodimonte, il Vomero con la Certosa (Museo del presepe) e Castel Sant’Elmo, Cappella Sansevero.
Stiamo aspettando la conferma della possibilità di visitare il Museo del Teatro San Carlo (guida interna obbligatoria), entrando sui palchi e tra le quinte dello storico teatro e vedendone la raccolta di costumi e scenografie storiche: gli orari di visita sono condizionati dalle prove e dai lavori di allestimento degli spettacoli in corso; dunque, una volta verificata la disponibilità stabiliremo gli orari degli altri percorsi. Nel caso in cui non sia possibile visitare il teatro penseremo a un percorso sostitutivo.
Gli spostamenti lunghi in città avverranno in taxi o minibus (vedremo il numero di persone del gruppo per decidere), il percorso andata e ritorno dal Vomero in funicolare.
3 GIUGNO
h.18.40 FRECCIAROSSA 9592 da Napoli Centrale, in arrivo a Termini alle 19.55
INFO PRATICHE
Quota di partecipazione, escluso il biglietto del treno e la tassa di soggiorno (3 euro a persona per notte da pagare in hotel in contanti):
435 euro a persona con sistemazione in camera doppia e trattamento prima colazione.
Supplemento singola: 169 euro
La cifra comprende: i pernottamenti in BB, tutti i trasporti locali (taxi incluso), la cena da Brandi escluse bevande, tutti i biglietti d’ingresso, la guida interna al Museo del teatro san Carlo, le visite guidate.
ACCONTO DEL 50% ENTRO IL 12 APRILE
SALDO entro il 10 maggio.
Prenotazione: artsharing.roma@gmail.com oppure WhatsApp 338-9409180
Attualmente il costo del biglietto del treno intero in seconda classe sta sui 45 euro per l’andata e sui 20 euro per il ritorno.
N.B. Le gite, i viaggi, i corsi e i workshop sono riservati ai soci. Quota associativa annuale 25 euro inclusa assicurazione R.C. Potete trovare altre info sulla tessera associativa QUI
Ulteriori info per partecipare alle nostre attività si trovano QUI
N.B. Le nostre attività si svolgono in osservanza delle norme sanitarie in vigore al momento dell’iniziativa