RAW2020 Astrattismi. Dal 27 al 31 ottobre in galleria, 29 ottobre un talk

da | Ott 22, 2020 | 0 commenti

RAW non si ferma…. il periodo è quello che è, ma l’arte ha mille risorse.  Il DPCM 24 ottobre ha stabilito la chiusura di associazioni culturali che operano come Gallerie d’arte (chiamate, dirremmo erroneamente, circoli culturali e ricreativi) così noi ci trasferiamo sul web. Trovate la mostra in video a CLICCANDO QUI

Proponiamo un progetto molto interessante , con tre diversi artisti all’opera: Ilaria Di Giustili e Vanzuk tornano ospiti di ArtSharing Roma con le loro diverse elaborazioni fotografiche, mentre a loro si aggiunge Rodolfo Riga, con le sue grafiche astratte a tecnica mista.

 Se la parola ‘astrazione’ fu usata la prima volta da Wilhem Worringer nel 1907 nel suo saggio “Astrazione ed empatia”, da allora il percorso si è fatto più tortuoso e ricco. Lo storico dell’arte faceva parte della generazione appena successiva a quella di Freud e contemporanea a Jung e contrapponeva l’astrazione – a suo dire tipica di certi popoli più spirituali, dai preistorici ai nordici – all’empatia che a suo dire era invece più propria delle arti figurative ‘realiste’ come quelle del Mediterraneo, più capaci di comunicare con l’esterno.

Nonostante il suo saggio sia per certi versi superato, restano fondamentali sia il segno che ha lasciato nelle primissime avanguardie tedesche – prima fra tutte  Die Brücke – sia un aspetto sulla percezione dell’arte da parte del pubblico che lui descrive con queste parole: ‘Godere esteticamente significa godere di noi stessi in un oggetto sensorio diverso da noi, immedesimandoci in esso‘. L’empatia verso l’oggetto del nostro piacere, che comporta una profoda riflessione interiore, viene definita appercezione, con una parola e un concetto già esplorati dal filosofo tedesco Leibniz nel XVII secolo. 

Tralasciando tutti gli aspetti psicoanalitici perchè ci porterebbero troppo lontani, all’atto pratico gli artisti visivi hanno trovato in questo approccio una chiave che potremmo definire liberatoria, in un periodo che meditava profondamente sull’esistenza o meno di verità ed esperienze che si possano definire universali e universalmente rappresentabili.

La scoperta dell’inconscio, la possibilità per gli artisti di mettere in scena prima di tutto l’esperienza interiore come unica esperienza cognitiva per ogni essere umano e quindi unica realtà rappresentabile nell’arte, ha generato una quantità di altri movimenti artistici che ha attraversato tutto il XX secolo ed è arrivata fino al nostro contemporaneo.

Se nella mente di un pubblico distratto la divisione tra le arti sta tra ‘figurativo e non figurativo’, intendendo con ‘arte non figurativa’ l’arte astratta, per paradosso potremmo invece affermare che non esiste un’arte che non sia astratta, per la semplice ragione che l’astrazione è il primo e indispensabile atto della conoscenza: anche il bambino trae da una serie di esperienze empiriche, come il buttare a terra ripetutamente degli oggetti, la prima cognizione universale e astratta della differenze tra ‘qui’ e ‘lì’ o tra ‘me’ e ‘altro’. 

Nella rappresentazione grafica la prospettiva non è che una convezione astratta: esistono tante forme diverse di prospettiva, di cui il Rinascimemento ha consacrato quella centrale come valida alle proprie necessità di universalità, ma nessun oggetto rappresentato in prospettiva è più reale dell’oggetto reale. Nessun solido ridotto su un piano sfugge alla regola dell’astrazione come conoscenza.

Dunque, sta agli artisti ritrovare forma astratte, non figurative ma non per questo meno emotiviamente dialoganti, che raccontino la realtà prima di tutto individuale. E sta a noi pubblico decidere quanto e se quell’astrazione ci convince, quanto ci coinvolge emotivamente, quanto ci sentiamo empatici con essa e quanto possiamo provarne piacere a prescindere dal fatto che rappresenti o meno qualcosa di riconoscibile alla prima occhiata. 

Tutto ciò nell’esperienza di una mostra non può essere che una piccola sfida su un terreno vastissimo, sfida che sarà approfondita nel talk previsto giovedì 29 ottobre dalle 18.00 alle 19,00 con Penelope Filacchione.

INFO PRATICHE

A cura di Penelope Filacchione

Artisti in mostra: Ilaria Di Giustili, Rodolfo Riga, Vanzuk.

Sponsor tecnico: Zenopanart 

La mostra sarà visibile a via Giulio Tarra 64 da martedì 27 ottobre a sabato 31 ore 16.30-20.00: non ci sarà per ragioni di distanziamento un vero vernissage, ma sarà possibile essere presenti preferibilmente su prenotazione via e-mail ad artsharing.roma@gmail.com o Whatsapp al 338-9409180 

TALK: giovedì 29 ottobre ore 18.00-19.00 con Penelope Filacchione

E’ possibile partecipare anche intervenendo su piattaforma prenotando ESCLUSIVAMENTE VIA EMAIL ad artsharing.roma@gmail.com: riceverete una email con un link per connessione. 

 

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