Chi ci impedisce di prendere un caffè insieme e  fare conversazione, sia pure a distanza?

Un caffè filosofico non è infatti una lezione o una conferenza, ma proprio una conversazione guidata da un filosofo (il nostro fabio Funiciello!) in cui potete dire la vostra, ragionando come si faceva nell’antica Grecia.

L’argomento che proponiamo è di grande attualità: la bellezza al tempo dei social.

La scorsa estate Gucci proponeva Armine Harutyunyan – una giovane donna armena figlia di un noto artista – come modella per la campagna di moda puntata su una concezione diferente della bellezza. 

Le immagini della ragazza ricevettero milioni di visualizzazioni e centinaia di migliaia di insulti, da parte di uomini e donne, perchè certamente non corrisponde a ‘canoni estetici’ convenzionali: si tratta del cosiddetto body shaming (giudizio delle forme del corpo, considerate vergognose) di cui sono vittima sempre più persone e a volte anche giovani ragazze inermi, che ne soffrono enormemente.

C’è chi ha detto che Gucci ha sfruttato la non-bellezza di questa ragazza per farsi pubblicità – e questi sono stati i commenti meno pesanti, oltre che probabilmente obbiettivi  – e chi ha vomitato addosso alla modella volgarità di ogni genere. Ciò è permesso dal relativo anonimato dei social, per cui al riparo del nostro monitor pensiamo di poterci permettere di tutto.

Ma davvero Armine è così brutta? O, semplicemente, i social hanno cambiato e appiattito il nostro senso della bellezza?

Noi stessi abbiamo pubblicato un post Fb sull’argomento mettendo a confronto Armine con Laura Battiferri, poetessa della metà del Cinquecento ritratta da Bronzino e considerata all’epoca una donna affascinante per la sua eleganza e competenza.

Anche il nostro post ha avuto quasi 400mila visualizzazioni e ha raccolto commenti impietosi, che chiaramente confondono la bellezza con l’eleganza, diventata questa un fattore del tutto secondario: se siete curiosi lo trovate qui https://www.facebook.com/ArtSharingRoma/posts/3151997194854574

E poi: dove sta scritto che una modella deve essere bella? Non è forse un ‘di più’ dimostrare al mondo che si può essere seducenti ed eleganti anche senza essere delle Pin-Up (come si diceva una volta)?

In realtà nel mondo come nell’arte la ‘bellezza’ è un concetto ampiamente abusato: è bello un dipinto ben fatto, di un grande maestro, che rappresenta magari un brutto soggetto? E se così non fosse, dovremmo buttare al macero le Macellerie di Rembrandt e lasciare che circolino solo dipinti di fiori e belle fanciulle?

Diceva Tristan Tzara “L’arte non è bella per decreto” : secondo voi aveva ragione?

Così anche sui social, cos’è che definisce ‘bella’ una ragazza e la trasforma in influencer? E cosa, per contro, decreta l’insuccesso di adolescenti che vengono bullizzate dal web? Quanto le convenzioni dei social stanno cambiando – e non sempre in meglio – la nostra esistenza?

In realtà della bellezza al nostro tempo si occupò già all’inizio degli anni Novanta un critico d’arte/filosofo che si chiamava Arthur Danto e scrisse un libro che si intitola “L’abuso della bellezza. Da Kant ai Brillo Box” che ricostruisce un percorso filosofico e visivo sul concetto di bellezza da assoluto a relativo tra XVIII e XX secolo. Un testo scritto all’alba di internet, dove nessuno ancora conosceva i social, ma che si è rivelato in buona parte profetico.

Queso l’argomento del nostro caffè: pronti con la vostra tazzina a portata di mano?

INFO PRATICHE

Sempre grazie alla generosa collaborazione della libreria Mondadori Point via Jenner 56 possiamo mantenere la quota simbolica di 4 euro per i soci e 5 per gli ospiti occasionali. E’ necessario prenotare in forma scritta a artsharing.roma@gmail.com o whatsapp 338-9409180: riceverete le istruzioni per il versamento della quota e, a seguire, il link di connessione per la piattaforma Hangouts di Google Meet.
Durante la conversazione saranno proposti libri di approfondimento che, chi lo desidera, potrà poi ordinare alla libreria.