Mettiti ‘nelle sue scarpe’ (in her shoes): questa è l’immagine forte che nella lingua inglese intende mettersi nei panni altrui.

Nel 2016, osservando impotente la sorte delle centinaia di migliaia di civili in fuga dalla guerra in Siria, nacque la mostra Exodus dell’artista Vittorio Sordi allestita una prima volta nella chiesa di St Paul su via Nazionale a Roma: l’arte ha come scopo anche quello di contribuire a scuotere le coscienze così, alla vista di ciò che resta dal passaggio di quel fiume di persone senza nome, è nata l’idea di quella mostra che oggi si trasforma in un progetto più vasto. 

Impronte di persone, di ruote di motociclette e auto dei militari che bloccano i migranti,  di animali, resti e rifiuti di ogni tipo costituiscono l’ultima traccia di una storia, il “negativo” di una fotografia mai scattata.

Oggi, dopo aver riflettuto ancora su Exodus,  ormai dedicato ai profughi di ogni guerra e di ogni disastro, dopo averlo rielaborato anche in forma di libro d’artista, Exodus chiede letteralmente di diventare performance, di coinvolgere ancora più fortemente il pubblico: è così che nasce oggi il progetto “In her shoes”  in collaborazione tra Penelope Filacchione,  ArtSharing Roma e Vittorio Sordi.

Il  MAAM , Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia è un luogo quanto mai appropriato per realizzare questo progetto, soprattutto durante il Festival del Mediterraneo Antirazzista, evento artistico, sportivo e inclusivo che il 4 maggio farà tappa all’interno di Metropoliz: il pubblico è invitato a indossare scarpe vecchie, provenienti da chissà dove, appartenute a chissà chi, come farebbe un profugo privato di tutto. Le scarpe verranno intinte nel colore per aggiungere la propria impronta a quelle dei profughi, mettendosi appunto ‘nelle loro scarpe’ : nascerà così un’opera d’arte collettiva che diventerà installazione permanente della collezione del museo, teli calpestati e scarpe incluse.

Partecipate: sabato 4 maggio dalle 11 alle 17.00 in via Prenestina 913!