a cura di Penelope Filacchione

 in collaborazione con Sala 1,  Cimitero Acattolico di Roma, ArtSharing Roma, Archivio Cosetta Mastragostino

17 settembre – 5 ottobre 2020

Cimitero Acattolico di Roma – The Non-Catholic Cemetery in Rome

Apre al Cimitero Acattolico di Roma la mostra site specific di Cosetta Mastragostino, nata da una lunga gestazione e dal confronto con la Direzione del Cimitero stesso: è un’occasione rara, perché l’antico cimitero “dei protestanti” – nato nel XVIII secolo all’ombra della Piramide Cestia – è un vero luogo di custodia dell’arte, dove le sepolture di letterati, musicisti e danzatori sono spesso opere di scultori celebri sopravvissute ai secoli. Per questo il Cimitero Acattolico permette di esporre a rarissimi e selezionati artisti ogni anno, chiedendo sempre un progetto che sia in precisa relazione con quel luogo storico.

È difficile non essere didascalici raccontando per immagini personalità forti come quelle scelte da Cosetta Mastragostino per questa mostra: si procede come funamboli lungo un filo teso tra citazione e biografia.

Personaggi la cui esistenza appartiene al pubblico per loro stessa scelta, perché l’hanno consegnata alla parola scritta: inevitabile leggerli, ma poi è necessario ritrovare la vita oltre le parole loro e altrui, eliminando le sovrastrutture.

Sei anime vagabonde, sei autori in cerca di identità, uniti fra loro nel trovarsi in un luogo inconsueto: cimitero a-cattolico, non cattolico, aperto a qualunque altra fede e alla non-fede.

Non esiste in realtà essere umano che non abbia fede in qualcosa: un ideale, la cultura, l’umanità stessa. E la politica. Intendendo con questo l’appartenenza alla polis, ai molti, alla pluralità delle voci che costituiscono le forme poliedriche della nostra umanità.

I protagonisti di questa mostra sono cittadini del pensiero, anime vagabonde che per una ragione o per l’altra non hanno potuto / voluto essere sepolte in terra “consacrata”, ma alle quali è dovuta la serenità del riposo come a chiunque abbia compiuto il suo viaggio.

Dario Bellezza, Carlo Emilio Gadda, Amelia Rosselli, Luce d’Eramo, Antonio Gramsci, Andrea Camilleri: a ciascuno di loro l’artista ha voluto dedicare un’opera che non sia un epitaffio, quanto un fotogramma del loro essere.

Personaggi altri che intessono un dialogo inestricabile con un luogo altro, una parentesi nella città di cui non è possibile non tenere conto nel progettare una mostra che vi si inserisca completando il discorso.

Cosetta Mastragostino non vuole ricordarli nella morte, quanto nella complessità delle loro vite: personaggi dalle biografie disparate e a volte ideologicamente agli antipodi, come Gramsci e Gadda, ma – per dirla con Luce d’Eramo – infine alieni alla società comune.

Apolidi nello spirito e nella vita, come Amelia Rosselli, stranieri in patria come Dario Bellezza, ma tutti tenacemente alla ricerca di un senso nell’esistenza che vada oltre il mero trascorrere dei giorni.

Per questo l’artista ha messo in opera uno straordinario lavoro in leggerezza tanto formale quanto concettuale: sottili strati di cartapesta, solidi ma dall’apparenza impalpabile e quasi aerea, nei quali la materia rivela appena sé stessa attraverso patine e velature misuratissime, quasi una nebbia del tempo posata sulla vita di queste persone.

Immagini ridotte al minimo, che richiamano alla mente le “fotograne medianiche” dell’Ottocento, apparizioni di spiriti sullo sfondo delle lastre fotografiche, tentativi di catturare in immagine l’esistenza degli spiriti tra i viventi. Perché, in fin dei conti, queste anime vivono davvero tra noi attraverso parole consegnate alla storia.

Osservando i lavori sembra quasi che l’artista abbia lavorato in levare, operazione tecnicamente impossibile: togliere, togliere sempre di più finché la materia scultorea non si libera del peso, conservando nient’altro che l’ombra minima necessaria per definirla tale.

Una leggerezza che, nel passare degli anni, è diventata cifra stilistica del lavoro di Cosetta Mastragostino, conservando la sostanza sensualmente tattile ma sempre più evanescente: appare nell’evolvere del suo lavoro una sorta di distacco sereno dalla pesantezza del quotidiano, un’intelligenza ironica che la porta ad andare al cuore delle cose, all’essenza intima oltre la quale è solo il non essere.

Così sono i lavori per questa mostra: precisi, centrati, essenziali, privi di ogni ridondanza e straordinariamente lievi.

INFO PRATICHE

Cosetta Mastragostino – Anime vagabonde.

visita il sito web dell’artista

A cura di Penelope Filacchione

Cimitero Acattolico di Roma – via Caio Cestio 6

Vernissage 17 settembre 2020 ore 18.00, ingresso gratuito

Fino al 5 ottobre 2020: da lunedì – sabato 9:00 – 17:00 (ultimo ingresso 16:30).
Domenica e festivi 9.00 – 13.00 (ultimo ingresso 12.30) – richiesta donazione di 3 Euro per la manutenzione del cimitero

catalogo in mostra

Ufficio Stampa: Sala 1 – ArtSharing Roma