Una mostra speciale, diffusa in tutti i Musei vaticani, per i Settecento anni dalla morte del Sommo Poeta.
Dante costruisce, con la Divina Commedia, un riferimento visivo e descrittivo per la rappresentazione dell’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Lo abbiamo raccontanto anche in un video che trovate QUI
Ma sia lo stesso Dante, sia gli artisti che sono venuti dopo di lui, hanno dovuto costruire altri nuovi riferimenti cercandoli – ad esempio – nell’arte etrusca: un demone conservato nel Museo Gregoriano Etrusco somiglia in maniera eccezionale, ad esempio, al carone di Michelangelo.
Dante fu anche ospite a lungo a Roma: un ospite un po’ forzato di Bonifacio VIII, asssistendo così al Giubileo del 1300.
Il poeta faceva parte di una ambasceria della città di Firenze: apparteneva al partito Guelfo – quindi fedele al Papa – ma vedeva in Bonifacio VIII il simbolo della decadenza della Chiesa. I Guelfi (divisi in due fazioni tra neri e bianchi) erano sostanzialmente in guerra civile nella città di Firenze: il papa ne approfitta per inviare in qualità di paciere – ma in realtà di conquistatore – Carlo di Valois, fratello del Re di Francia, che nel 1301 entra armato a Firenze. I Guelfi Bianchi, ostili a Bonifacio VIII e di cui faceva parte lo stesso Dante, vengono espropriati di tutto, esiliati e condannati a morte. La condanna di Dante è del 1302 e riportata nei documenti dell’epoca:
«Alighieri Dante è condannato per baratteria, frode, falsità, dolo, malizia, inique pratiche estortive, proventi illeciti, pederastia, e lo si condanna a 5000 fiorini di multa, interdizione perpetua dai pubblici uffici, esilio perpetuo (in contumacia), e se lo si prende, al rogo, così che muoia»
Testimone eccezionale di quegli anni fondamentali per la Storia con la S maiuscola, Dante descrive il Giubileo e la città in più occasioni: nei Musei Vaticani saranno dunque esposti documenti che ricostruiscono proprio la Roma vista a quell’epoca, ma anche gli stessi riferimenti culturali dei pellegrini medievali, come il meraviglioso tondo su tavola di Niccolò e Giovanni che rappresenta l’Inferno negli anni tra il 1061 e il 1071.
E ancora, è esposto il preziosissimo codice di Domenico Tasselli e Giacomo Grimaldi che rappresenta il Cortile della Pigna precedentemente al 1609, quella pigna di bronzo che Dante racconta così
La faccia sua mi parea lunga e grossa
come la pina di San Pietro a Roma,
e a sua proporzione eran l’altre ossa…
(Inferno, XXXI).
Ma tantissimo c’è da vedere, compresi i riferimenti d’arte contemporanea come le illustrazioni della Divina Commedia di Salvador Dalì o le tavole incise per l’Inferno di Roberta Rauchenberg (1958-’60).
INFO PRATICHE
ATTENZIONE: i biglietti sono pochi e vanno pagati immediatamente. Chi è interessato dovrebbe comunicarlo subito, abbiamo MAX 15 Posti.
PRENOTAZIONE SCRITTA CON NOME E COGNOME DI OGNI PARTECIPANTE: artsharing.roma@gmail.com oppure WhatsApp 338-9409180
Quota di partecipazione BIGLIETTI Euro 19,00 a persona incluse radioguide obbligatorie. Visita guidata 8 euro soci, 10 euro ospiti occasionali. L’intera cifra dovrà essere versata con bonifico bancario, ricarica postepay o anticipo alle visite precedenti. Quindi in totale sono 29 Euro a persona per gli ospiti, 27 euro a persona per i soci.
Versamento: in galleria dal martedì al sabato ore 16.30-20.00 oppure, chiedendo le coordinate, PayPal, ricarica PostePay o bonifico.
Ore 14.00 massima puntualità, pena perdita del turno di ingresso.
Accompagna Alessandra Negroni, collega bravissima ed effervescente, guida abilitata per Roma e Musei Vaticani.