ANTONIO VOLPONE – IBIDEM- ASTRAZIONI NECESSARIE a cura di Penelope Filacchione Vernissage sabato 23 marzo h.18.00.

da | Mar 8, 2019 | 0 commenti

La natura che parla alla macchina fotografica è infatti una natura diversa da quella che parla all’occhio‘ (Walter Benjamin, Piccola storia della fotografia, 1931)

 Tra vent’anni saranno due secoli che è stato dato l’annuncio ufficiale della nascita della dagherrotipia: il mezzo fotografico ha rivoluzionato l’arte ponendo molti interrogativi ancora validi.

I fotografi, come tutti gli artisti da quando esiste l’umanità, hanno affrontato la cosa a modo loro: facendo arte e, attraverso il gesto, ponendo le basi di un dibattito teorico che affidano al futuro e di cui si interessano solo nei limiti in cui condiziona il loro agire presente.

Da questo processo non è sfuggito Antonio Volpone, che nella sua ricerca fotografica è partito appunto, catturando il reale, ma ponendosi poi interrogativi su cosa esso sia in definitiva.

Volpone ama ripetere che la sua fotografia è il lavoro frutto di un errore: quando è nato il progetto Ibidem, che poi è diventato il suo progetto di vita, ha reciso ogni legame con i dettami della messa a fuoco, della riconoscibilità dell’oggetto fotografato, per introdurre un discorso diverso e personalissimo che è quello della sua presenza nella creazione dell’immagine.

Una presenza che non è visibile, ma che è azione.

Questo è però uno solo degli aspetti del fare artistico di Antonio Volpone, che con sensibilità e intelligenza è fortemente presente anche nella scelta oculata dei soggetti, individuati in modo che raccontino la sua natura interiore.

Natura strettamente connessa con le sue origini: proseguendo infatti sulla strada originaria dell’interesse antropologico e culturale verso la sua Campania e la sua Benevento, Antonio Volpone si concentra ora sulla percezione del magico, del rito ancestrale, del legame profondo con la terra, con i suoi frutti, con le divinità ctonie che ad essa sovrintendono come manifestazioni di una natura occulta, ma non per questo meno vera.

L’errore, inteso come parte integrante del progetto Ibidem, non si ferma a questo: partendo dal definire comune della limitazione fisica come “errore” della Natura, Antonio Volpone dedica l’intero suo lavoro sulla percezione (non solo) visiva a chi è “ostacolato” rispetto al resto dell’umanità, a quei “diversi” che, privati di un senso, sono portati ad acuirne altri. Con il frutto del suo lavoro finanzia infatti laboratori che offre gratuitamente alle persone che sono alla ricerca di un modo altro per raccontare la propria visione del mondo, anche attraverso un uso della macchina fotografica che – nell’impedimento fisico e materiale – diventa strumento della narrazione del sentito nell’anima.

Un progetto realmente sperimentale e inclusivo, dunque, che concretizza in maniera corale la definitiva conquista dell’indipendenza dell’atto fotografico dall’oggettività, per concentrarsi sulla soggettività assoluta ricondotta a termini universali. (P.F.)

Al vernissage interverranno il critico Carlo D’Abenantes, l’antropologo Mario De Tommasi e la giornalista Sabrina Iadarola.

Sarà inoltre proiettato il video ‘Distorsioni necessarie’ con musiche di Umberto Aucone e Alessandro Tedesco.

INFO PRATICHE. Fino al 31 marzo. Ingresso libero. Via Giulio Tarra 64 – 00151 Roma
Apertura: giorni feriali h.15.00-21. Sab. e Dom 10.30-13.00 / 15.00-21. Lunedì chiuso.
[credits: photo by Antonio Volpone, Passi]