Arte liberata dalla guerra: visita guidata alla mostra alle Scuderie del Quirinale

Una mostra bellissima, che racconta la storia di alcuni eroi “qualunque” durante il periodo peggiore della Seconda Guerra Mondiale. Una visita guidata con Penelope Filacchione
Tutti ricorderanno lo spavaldo George Clooney in The Monuments Man del 2014: Clooney raccontò a modo suo una storia vera, quella della task force di alleati spediti a recuperare le opere d’arte trafugate dai nazisti, presente in Italia almeno dal 1943.
La task force forse non sarebbe nata se gli Alleati non avessero conosciuto e compreso gli sforzi di un gruppo di italiani ben più che ligi al dovere, diremmo innamorati del proprio Paese e del proprio lavoro: erano uomini e donne, funzionari pubblici del settore Belle Arti del Ministero dell’Istruzione, direttori di museo, impiegati – alcuni addirittura sospesi senza stipendio perché contrari al fascismo – che furono eroici nella loro azione nonostante non fossero altro che studiosi.
Immaginate Palma Bucarelli ed Emilio Lavagnino, ciascuno con la propria Topolino, attraversare magari gli Appennini con la neve portandosi a bordo capolavori inestimabili avvolti nelle coperte, girando con un lasciapassare provvisorio delle SS che controllavano Roma e il centro Italia. O Argan, che decide di portare in Vaticano opere d’arte dei musei romani. E tanti altri, come Pasquale Rotondi, Rodolfo Siviero e poi Fernanda Wittgens, Noemi Gabrielli, Aldo de Rinaldis, Bruno Molajoli, Francesco Arcangeli, Jole Bovio…
Da quando era stata costituita l’Italia non era mai accaduto che i musei chiudessero. Poi è arrivato il patto d’acciaio e Hitler, con il consenso di Filippo D’Assia genero del Re d’Italia per averne sposato la figlia Mafalda di Savoia, venne a fare la spesa nel nostro Paese: le liste lunghissime di opere che si desideravano per il futuro museo d’arte disegnato da Speer sono esposte in mostra, in registri che annotano disinvoltamente capolavori della nostra cultura che il nazismo acquisiva con le buone o con le cattive. Fra tutte, particolarmente desiderato da Hitler il Discobolo Lancellotti di Palazzo Massimo, in mostra. Lo aveva visto durante la visita del 1938, non riuscì a farselo vendere direttamente da Mussolini, ma aggirò il problema attraverso una vendita privata tra il principe Lancellotti e Goering: la legge italiana già ne vietava l’esportazione, ma nell’affare fu coinvolto lo stesso ministro degli esteri Galeazzo Ciano e così il presunto monumento alla Razza Ariana giunse in Germania nella Gliptoteca di Monaco, finché lo storico dell’arte Rodolfo Siviero (ministro dal 1946) non riuscì a farlo riportare in Italia con l’aiuto degli alleati. Quel 16 novembre del 1948 rientrarono in totale 38 capolavori trafugati illegalmente tra il 1937 e il 1943. Ma la celeberrima lista Siviero delle opere mancanti ancora langue: un volume recente censisce che mancano all’appello dai nostri musei ancora oltre 1.600 opere d’arte di ogni genere, sculture, dipinti, arazzi, libri, che il Ministero dei Beni Culturali cerca di individuare e recuperare.
In mostra capolavori da moltissime regioni d’Italia, tante quanti i personaggi di cui si racconta la storia: Roma, Bologna, Napoli, la Sicilia, Urbino, Pesaro, Torino, Genova… da Tiziano ai bronzi della Villa dei Papiri di Ercolano, dai reperti del Museo Egizio di Torino alle collezioni di Genova, capolavori di Palazzo Barberini e della Galleria Borghese, fino alla Madonna di Senigallia di Piero della Francesca (nella locandina della mostra!) nulla sfuggì alla fame insaziabile del nazismo, ma ora sono qui e possiamo vederli e ammirarli tutti insieme come se facessimo parte di quella task force.
In un allestimento speciale, che riproduce le casse da imballaggio nelle quali furono conservati per timore delle bombe, arricchito da documentari dell’Istituto Luce come quello curato dallo stesso Emilio Lavagnino e che potete vedere anche QUI
Una mostra che dà molto da pensare sulle conseguenze della guerra per la cultura di ogni Paese, ma che ci rende anche orgogliosi di essere italiani, per i protagonisti di allora e anche per essere i primi al mondo per le leggi di tutela, per la ricerca sul restauro, che continuiamo a insegnare ed esportare.
INFO PRATICHE
sabato 18 febbraio 2023 ore 11.30. Prenotazione obbligatoria.
Biglietto d’ingresso 17,50 a persona inclusi diritti di prenotazione, da far pervenire entro il 12 febbraio.
MODALITA’ DI PRENOTAZIONE, QUOTA DI PARTECIPAZIONE
Prenotazione scrivendo ad artsharing.roma@gmail.com oppure WhatsApp 338-9409180: quota di partecipazione visita guidata euro 10 per i soci incluso noleggio radioguide (12 euro per gli ospiti occasionali dei nostri soci).
Ulteriori info per partecipare alle nostre attività si trovano QUI
N.B. Le nostre attività si svolgono in osservanza delle norme sanitarie in vigore al momento dell’iniziativa