Cinquecento nel Lazio: gita a Bomarzo e Caprarola

da | Mar 12, 2022 | 0 commenti

Con Penelope

Due capolavori del Cinquecento in una sola giornata: il Sacro Bosco di Bomarzo, progettato da Pirro Ligorio per Vicino Orsini e la reggia di Caprarola della famiglia Farnese.

Due storie intrecciate fra loro: la villa di Caprarola era stata infatti iniziata nel 1530 da Alessandro Farnese poi divenuto papa con il nome di Paolo III. I Farnese erano una famiglia antica e un ramo di essa da sempre vantava possedimenti in quella zona, che proprio con l’elezione papale del cardinal Alessandro nel 1534 ebbe un ruolo fondamentale nella storia di Roma, della Chiesa  e d’Europa nel XVI secolo.

Poco dopo essere diventato papa, Paolo III nominò cardinale il nipote e omonimo Alessandro Farnese, detto Il giovane perché tredicenne e per non confonderlo con lo zio: fu proprio il potentissimo cardinal nipote che fece riprendere i lavori della villa sostituendo il vecchio architetto Antonio da Sangallo ormai deceduto con il nuovo Jacopo Barozzi, detto il Vignola che lo completò entro la morte (1573).

I tempi erano cambiati: quello che una volta doveva essere un torrione difensivo dei feudi di famiglia divenne un vero palazzo a pianta centrale, con giardini su terrazze e una concezione architettonica che ormai abbandonava il rinascimento per avventurarsi nelle sorprendenti forme di un manierismo elegantissimo.

All’interno un ciclo di affreschi che decora letteralmente ogni sala e racconta la storia della famiglia su indicazioni poetiche di Annibal Caro e per la mano di Taddeo e Federico Zuccari: insomma, in meglio del meglio di ciò che si poteva trovare a Roma in quegli anni.

Proprio durante l’ascesa della famiglia Farnese, nel 1544 Vicino (Pierfrancesco) Orsini signore di Bomarzo sposava Giulia Farnese, figlia del signore di Latera (feudo sul lago di Bolsena) imparentandosi così con il cardinale Alessandro il Giovane e con il papa stesso. Purtroppo la sua vita coniugale non fu un granché, dato che la moglie morì nel 1560 e non avevano quasi mai passato del tempo insieme, essendo lui sempre in guerra da qualche parte.

Nonostante la data di fondazione del parco sia indicata da una dedica nel 1552, Vicino ne parla nelle sue lettere solo a partire proprio dal 1560 quando sembra che il parco stesso diventi per l’ormai maturo committente una sorta di sacrario alla memoria dell’amata moglie, tanto che sembra che la tomba di lei si trovasse nel parco medesimo.

Di sicuro da quel momento i lavori si intensificarono e sembra che l’architetto progettista sia stato lo stesso Vignola di Palazzo Farnese: alla morte di Vicino Orsini, avvenuta nel 1585, il parco non solo era completo di tutte le sue visioni mostruose, ma anche destinato all’abbandono. I rovesci della famiglia Farnese toccarono anche gli Orsini, nessuno più reclamò quella stravagante proprietà e soltanto nel Novecento fu acquistata da privati e finalmente musealizzata.

Il ‘Sacro Bosco’, come lo chiama il suo committente nelle lettere, è un parco diversissimo da ogni villa e parco di quell’epoca e anche delle future: nessuna abitazione, solo un luogo per camminare e contemplare, un luogo dove lo spirito possa distaccarsi dalle pene della guerra e cimentarsi in una crescita interiore superando i mostri dell’anima, gli sconcerti della vita e trovare la serenità nella ragione e nella fede.

Un Cinquecento che potremmo definire difforme quello che visiteremo: non più nettamente e limpidamente rinascimentale, ma anzi tormentato e stravagante come le ultime opere manieriste di Michelangelo, con il quale ebbero sicuramente a che fare tutti i protagonisti di questa storia.

 PROGRAMMA

 Le due proprietà, benché vicine a Roma, sono difficilmente raggiungibili con il treno e mal collegate fra loro per le strade di campagna attorno al lago di Bolsena, per cui – diversamente dal solito – andremo con un pullman privato a noleggio.

 Ore 9.00: partenza in bus privato dal piazzale del parcheggio Pierluigi Nervi (Palalottomatica)

Ora 10.30: arrivo previsto a Bomarzo e visita del parco

Ore 13.00 Partenza in bus privato per Caprarola

Ore 13.30 Pranzo a Caprarola all’Hostaria della Rosa, pittoresca locanda medievale proprio ai piedi di Palazzo Farnese

Menù:

  • antipasto di salumi e formaggi tipici, legumi della Tuscia e bruschetta
  • un primo (da vedere più a ridosso per le materie prime, dato che sono tutte fresche e locali)
  • Vellutata di nocciole locali
  • Caffè
  • Acqua e vino della casa inclusi (vino in bottiglia à la carte per chi preferisce)

 Ore 15.30-17.30 Visita al Palazzo Farnese di Caprarola

A fine visita partenza per Roma dove si prevede l’arrivo alle 19.00.

 

MODALITA’ DI PRENOTAZIONE E PARTECIPAZIONE

Non è prevista la possibilità di venire in auto: le strade che collegano i diversi luoghi sono parecchie, per evitare ritardi e fraintendimenti si viaggia tutti insieme.

Prenotazione entro il 22 marzo con versamento del 50% della quota.

 Quota di partecipazione:

adulti 85 euro, ragazzi fino a 14 anni 60 euro, dai 14 ai 18 anni 70 euro.

 La quota comprende: viaggio in bus privato a noleggio, pranzo e bevande come da menù, visite guidate, radioguide a noleggio per l’intera giornata.

La quota NON comprende i biglietti d’ingresso così ripartiti:

Bomarzo: over 13 anni 13 euro a persona; dai 4 ai 13 anni 8 euro a persona, gratuito fino ai 4 anni.

Caprarola Palazzo Farnese: Intero 5 euro, ragazzi dai 18 ai 25 anni 2 euro, gratuito fino ai 18 anni.

Prenotazioni artsharing.roma@gmail.com oppure WhatsApp 338-9409180

 NB Green Pass e mascherine come da normativa vigente al momento del viaggio.

Per associarti segui le istruzioni QUI