Osvaldo Tiberti

Poliedrico orafo, scultore, pittore, incisore, fotografo: secondo i dettami del Ready Made e della Bauhaus – in particolare Josef Albers – da cui ha preso le mosse teoriche, Osvaldo Tiberti non vede soluzione di continuità fra le diverse espressioni artistiche. La sua progettualità vede la contaminazione di tecniche diverse, che slittano continuamente dall’una all’altra delle discipline, conservandone le peculiarità dal micro al macro, dal gioiello alla grande installazione ambientale.
Dice di sé: ‹‹è dunque difficile definirmi solo scultore o solo orafo, dato che per me il passaggio dallo spazio urbano al gioiello è naturale: l’uno e l’altro sono da mettere in relazione all’Uomo che li abita. Per questo le mie sculture sono ‘sculture costruite’ quando i miei gioielli sono ‘gioielli costruiti’: sono oggetti che abitano lo spazio e sono abitati da esseri umani››
Fondamentale per lui anche l’esperienza in Complot S.Y.S.tem, che ha gettato le linee guida di un fare artistico che non perda mai di vista il proprio ruolo sociale e politico.
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